Abolizione superticket sanitario: cos’è, come funziona e a chi spetta?

Superticket sanitario? È l’ora di abolire definitivamente quella super tassa iniqua che grava sulle prestazioni sanitarie: dal momento della sua introduzione nel 2007 da parte del Governo Prodi, finalmente dalla prossima legge di Bilancio 2018 si prevede l’abolizione del superticket sanitario per i redditi più bassi e per i minori che frequentano la scuola dell’obbligo (fino ai 16 anni).

Che cos’è il superticket sanitario? Come funziona e a chi spetta? Questa guida si propone di approfondire meglio la questione sulla tassa iniqua e ingiusta.

Superticket sanitario: che cos’è?

Indice degli argomenti:

Come già anticipato in premessa il Superticket sanitario è una tassa iniqua pari a 10 euro che i pazienti devono pagare alle Regioni al fine ultimo di poter espletare visite specialistiche ed esami di laboratorio.

Il superticket sulle visite ed esami è stato introdotto in Italia nel 2007 con il Governo Prodi con la finalità di fare introitare maggiori entrate alle Regioni.

Infatti, ad oggi ogni Regione italiana può decidere se e come richiedere il superticket: alcune hanno deciso di modularlo in base al reddito (Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Veneto, Marche) o al tipo di servizio (come la Lombardia, Piemonte e Campania). Altre non lo prevedono: si tratta di Valle d’Aosta, Province autonome del Trentino Alto Adige, Basilicata, Lazio da metà del 2017, Sardegna.

Il superticket di 10 euro rimane in vigore per tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia.

Come funziona l’abolizione del superticket sanitario?

Il Parlamento italiano è impegnato ad approvare una sua “parziale abolizione” almeno per quanto concerne i redditi più bassi con Isee a 15.000 euro e per i minori di 18 anni, in quanto si tratta di una tassa iniqua e “fonte di diseguaglianze in quanto applicata in maniera diversa tra le Regioni e, determinando per molte prestazioni uno spostamento verso il più concorrenziale mercato privato, si traduce in uno svantaggio per le casse della sanità pubblica”.

Sembrerebbe dunque venuta l’ora di abolire il superticket sanitario, basta trovare le risorse giuste ed il gioco è fatto. “Servono 834 milioni di euro, poca cosa rispetto agli 8 miliardi e mezzo per il fondo sanitario ai quali Governo e Regioni hanno rinunciato per gli anni 2017-2018″, ha commentato il coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva Tonino Aceti.

Fino ad oggi l’applicazione del superticket sanitario ha comportato degli svantaggi per le casse del SSN a favore del privato, dato che i costi di alcuni esami e prestazioni sanitarie sono nettamente differenti.

Basta prendere in considerazione l’esame delle urine per capire la differenza in termini di oneri: con la sanità pubblica il costo è di 16,17 euro mentre con il privato 2,70 euro.

Ogni anno circa 30 milioni di italiani devono fare accertamenti medici e di questi circa la metà deve pagare il superticket perché non rientrano tra le categorie esentate secondo il Regolamento della Regione di residenza.

Proprio per questo bacino e segmento di pazienti-contribuenti, la Legge di Bilancio 2018 mira ad abolire il superticket. Si tratta di una proposta molto interessante, vera una novità che si aggiunge alle nuove regole bonus bebè che il Senato ha proposto all’interno del “pacchetto” normativo della Legge di Bilancio 2018.

Se sarà definitivamente approvata, la stessa consentirebbe di abolire il superticket per alcune categorie di contribuenti che vantano i seguenti requisiti:

  • nuclei familiari con basso reddito ISEE fino a 15.000 euro l’anno;
  • minori che frequentano la scuola dell’obbligo.

Ci attendiamo che il superticket sanitario sia definitivamente abolito dato che rappresenta un “aggravio” di costi per tutte le categorie di soggetti contribuenti-pazienti. In fin dei conti, il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente riconosciuto e, pertanto, è condivisibile l’opinione di chi propone l’abolizione totale del superticket sanitario.


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