Stipendi, addio contanti. Solo pagamenti tracciati

Retribuzione del lavoratore da effettuare solo ed esclusivamente tramite istituti bancari o attraverso gli uffici postali. La proposta di legge di fatto ha ottenuto il semaforo verde a Montecitorio, si dice addio, così, alla pratica utilizzata dalle aziende nel retribuire i propri dipendenti senza fornire alcuna traccia.

Molte aziende, a questo punto, dovranno abituarsi ad agire secondo i canoni prestabiliti dalla legge e, più in particolare, secondo quelli stabiliti dal CCNL. L’obiettivo di tale misura, mira a dar fine a quell’abitudine di pagare solo una parte dello stipendio previsto dal CCNL oppure di pagare stipendi, per determinate mansioni, che non raggiungono in alcun modo il minimo stabilito dalla contrattazione collettiva.

Di conseguenza, elemento da non sottovalutare, è che la firma sulla busta paga, così agendo, non costituirà prova dell’avvenuto pagamento. Pertanto, il datore di lavoro non potrà più far valere la firma sul cedolino come garanzia che la retribuzione sia stata effettuata. Conseguentemente, si dice addio, a questa per così dire forma a cui, solitamente, il datore di lavoro utilizzava per appellarsi.

I mezzi di pagamento che, in attesa dell’approvazione dell’emendamento al senato possono essere così elencati:

  • bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore;
  • pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale indicato dal datore di lavoro;
  • emissione di assegno consegnato direttamente al lavoratore o, nel caso in cui lui si risultasse impossibilitato, a un suo delegato che dovrebbe essere il coniuge, il convivente o un familiare, purché di età non inferiore a sedici anni.

L’obiettivo che il Governo pone alla base di tale emendamento è quello di evitare che nella busta paga venga indicato un importo e poi, in realtà, il lavoratore percepisce di meno, ma soprattutto mira a far si che le aziende portino in detrazione somme destinate al lavoratore dipendente ma che, nella pratica, non hanno mai sostenuto.

I soggetti interessati sono tutte le aziende che hanno come dipendenti caratterizzati da un rapporto di lavoro subordinato, qualsiasi sia la sua natura.

Per evitare che vi siano ancora furbetti, l’emendamento, prevede delle sanzioni pecuniarie che vanno 5 mila a 50 mila Euro, per tutti coloro che adempiono a tale obbligo.

Sicuramente sarà un forma di contrasto a queste pratiche illegali portate avanti da molte aziende, in particolar modo quelle che hanno come dipendenti extra comunitari, anche se, nello stile tutto italiano, qualche operazione per evitare tutto questo, magari la si troverà.




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2 Comments

  1. paolo pacione 21/12/2017
  2. Vincenzo Romano 21/12/2017

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