Ultime novità in materia di Web Tax, la famosa tassa che colpisce le transazioni digitali che è passata dal 6% al 3% e prevede l’esenzione per l’acquisto di beni e servizi online.
L’emendamento del Presidente della Commissione bilancio della Camera Francesco Boccia ha fatto chiarezza sulla web tax, modificando il testo presentato dal Senatore Massimo Mucchetti.
Le modifiche introdotte dovrebbero consentire di far introitare alle Casse erariali un gettito maggiore rispetto all’originaria versione (190 milioni di euro) con un’aliquota ridotta (3%).
Quali sono le ultimissime novità previste dalla Web Tax? Quando entrerà in vigore? Scopriamolo in questa guida utile che cos’è, come funziona e cosa cambierà.
Novità Imposta sulle transazioni digitali
Indice degli argomenti:
L’emendamento Web tax Italia proposto e presentato da Massimo Mucchetti del PD è stato approvato all’unanimità dalla commissione Bilancio del Senato. Secondo Unimpresa “è una stretta fiscale che può colpire proprio le pmi” e di conseguenza “tradursi in un autogol per l’economia del nostro Paese” e secondo Mucchetti “la norma colpisce in modo pesantissimo le imprese italiane del web dimezzando l’onere a carico delle multinazionali digitali, ammesso che a queste venga in concreto applicata l’imposta”.
Il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci ritiene che “l’introduzione di un prelievo aggiuntivo pari al 6% delle fee commerciali dei portali di vendita online finirà con l’essere traslato, sul piano fiscale, sul venditore italiano e, successivamente, anche sul consumatore italiano. Tutto ciò con inevitabili ripercussioni sui prezzi finali e pure sui fatturati delle nostre imprese”.
L’imposta sulle transazioni digitali in Italia entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2019 e si applicherà alle prestazioni di servizi effettuati con mezzi elettronici.
La normativa ha “ristretto” la platea dei soggetti obbligati al pagamento della Web Tax con l’esclusione delle imprese agricole, contribuenti in regime forfettario e nel regime dei minimi.
La tassa dimezzata al 3% verrà applicata alle transazioni elettroniche per servizi online (pubblicità) e si stima che l’Erario incassi un introito di 190 milioni di euro.
Essa sarà applicata, a partire dal primo gennaio 2019 e “colpirà” tutti quei soggetti che compiono più di 3mila transazioni di servizi all’anno.
In buona sostanza tutti i giganti del web saranno interessati dall’adempimento della Web Tax, venendo a salvaguardare le aziende più piccole.
Soggetti esclusi dalla Web Tax
Le categorie di soggetti esclusi dalla Web Tax sono ascrivibili alle seguenti:
- imprese agricole;
- contribuenti nel regime forfettario;
- contribuenti nel regime dei minimi;
- debitore è una persona fisica che non esercita attività imprenditoriale.
Come funziona la Web Tax 2019?
Da quanto anticipato sopra, l’imposta che vada va a “colpire” i giganti del web del calibro di Google, Facebook, Amazon che nel nostro Paese producono reddito ed “evadono” le tasse.
A partire dal 1° gennaio 2019 entra in vigore la nuova imposta sulle transazioni digitali con un’imposta pari al 3%: ciò significa che le imprese italiane clienti delle potenti del web dovranno trattenere sulle fatture l’imposta del 3% sul fatturato e riversarla al Fisco.
A fare da sostituti di imposta saranno le banche Posta o istituti di carte di credito, i quali saranno obbligati anche a segnalare all’Agenzia delle Entrate tutte le transazioni effettuate dalle imprese italiane con i Giganti del Web.
L’imposta non si applicherà sull’e-commerce e non sarà possibile recuperare il credito d’imposta.
Dato che la tassa sarà effettiva solo a partire dal 2019 le cose potrebbero ancora cambiare, per questo occorre rimanere aggiornati.