Dal punto di vista prettamente fiscale, la gestione dei beni o servizi erogati a titolo di omaggio, si differenzia a seconda che, gli stessi, siano o no oggetto dell’attività che l’impresa esercita.
Innanzitutto diciamo che vengono definiti beni rientranti nell’attività d’impresa svolta quei beni cui produzione e relativo commercio fa parte dell’attività tipica svolta dalla tua impresa, quindi anche quella che non viene espressa direttamente nello statuto se si tratta di società e non viene svolta in maniera prevalente.
Distinguiamo due casi:
- beni non oggetto dell’attività d’impresa
- beni oggetto dell’attività d’impresa
Omaggio di Beni non oggetto dell’attività d’impresa
Indice degli argomenti:
La normativa in materia stabilisce che, tali beni, non vanno ad identificare una cessione gratuita e sono sempre operazioni escluse da IVA. Quindi il soggetto cedente non ha alcun obbligo di dover emettere fattura o ricevuta o effettuare alcun adempimento IVA.
Alla consegna del bene, però, è sempre meglio che venga emesso un documento dove viene indicato che la cessione avviene in maniera gratuita.
Omaggio Beni oggetto dell’attività d’impresa
In questo caso, la cessione, anche se a titolo gratuito costituisce sempre un’operazione imponibile IVA, con relativo obbligo di emettere la fattura indicando l’addebito IVA. In questo caso, il soggetto che riceve il bene è tenuto solo ed esclusivamente al pagamento dell’imposta dovuta, perché si tratta di una “cessione gratuita con esercizio della rivalsa dell’IVA”.
Quando l’azienda decide di effettuare una cessione a titolo gratuito può decidere di non esercitare la rivalsa IVA. In questo caso, l’azienda cedente può:
- emettere un’autofattura, annotandola nel registro delle fatture emesse e indicando all’interno del documento che si tratta di “autofattura per omaggi”. Nel caso di specie, viene data la possibilità di effettuare un’unica fattura differita a fine mese che raggruppi tutte le operazioni;
- emettere una fattura omaggio, in cui viene indicata l’IVA senza però addebitarla al cliente, quindi “cessione gratuita senza rivalsa ai sensi dell’art. 18 del D.P.R. 633/1972”;
- munirsi di un registro dove vengono annotare, cronologicamente, tutte le operazioni effettuate a titolo gratuito, distinte per aliquota.
Che cos’è la rivalsa IVA negli omaggi e come si gestisce con la fattura elettronica
Come dicevamo, il soggetto che riceve il bene, deve solo effettuare il pagamento dell’IVA, quando la fattura è oggetto di rivalsa. La rivalsa IVA consiste in un meccanismo in cui l’addebito dell’IVA ricade sul committente, ovvero su colui che effettua l’acquisto.
Tale meccanismo stabilisce che i soggetti passivi, quindi tutti i titolari di partita IVA (imprese, lavoratori autonomi, liberi professionisti) che effettuano delle operazioni imponibili, trasferiscono l’obbligo di pagamento dell’IVA, per l’operazione effettuata, al cliente. Abbiamo così: l’obbligo di rivalsa.
L’IVA viene poi conteggiata ai fini della liquidazione dell’IVA del periodo di riferimento.
Questo meccanismo, prevede che il calcolo dell’imposta da versare scaturisca dalla differenza tra IVA sulle vendite e quella sugli acquisti. Quindi, l’importo derivante da tale differenza può essere:
- positivo, quindi nasce un debito nei confronti dell’Erario e sei tenuto a versare la relativa somma;
- negativo, quindi nasce un credito nei confronti dell’Erario e sei tenuto a chiedere a rimborso la relativa somma.
L’IVA da versare, data dalla differenza tra l’imposta derivante dalle fatture acquisti e quelle relative alle vendite, dipende tutta dal sistema di detrazione. Tale sistema vuole che, tutti i soggetti passivi si trovino in una posizione di imparzialità nei confronti del versamento dell’IVA.
Questo cosa significa? Significa che, l’IVA sulle operazioni, non entra mai a far parte del somma da pagare o da guadagnare quando si acquista o si vende un prodotto, perché tale sistema prevede che, i costi devono essere sempre al netto d’IVA, perché la stessa deve essere sempre pagata. Quindi sia la rivalsa che il sistema di detrazione, collegati fra loro, servono a stabilire l’IVA da versare.
Quando non è possibile applicare la rivalsa IVA
La rivalsa IVA, devi sapere, che non è possibile applicarla a tutte le operazioni; infatti, la stessa, non è possibile applicarla quando riguarda quelle operazioni in cui l’obbligo di pagare l’IVA ricade sull’acquirente.
Le operazioni non soggette a rivalsa sono le seguenti:
- acquisti intracomunitari in quanto la fattura viene emessa seguendo il meccanismo del reverse charge, quindi è compito del cliente andare ad integrare la fattura con l’IVA applicabile nel proprio Paese e contribuendo a versare l’imposta dovuta; inserendo, inoltre, il documento sia nelle fatture emesse che in quello degli acquisti;
- cessioni di oro industriale essendo operazioni regolarizzare mediante reverse charge;
- operazioni con IVA assolta alla fonte essendo assolte dall’erogatore del servizio e successivamente risultano operazioni fuori campo IVA;
- regime di fatturazione per le agenzie di viaggio per tutte quelle operazioni non imponibili extra UE;
- acquisti di rottami oppure altri materiali di recupero assoggettare al meccanismo di reverse charge;
Non è obbligatoria, invece, quando le operazioni hanno ad oggetto prestazioni di servizi erogati gratuitamente al solo fine personale o familiare, cui imposta risulta essere detraibile.
Rivalsa IVA in fattura omaggio
Quando emetti una fattura omaggio per determinati beni attinenti alla tua attività d’impresa, hai la facoltà di decidere se esercitare il diritto di rivalsa, oppure no, procedendo tu stesso al pagamento dell’imposta.
Nel momento in cui tu non vuoi rinunciare all’IVA sei obbligato ad emettere la fattura andando ad indicare che si tratta di fattura omaggi con rivalsa, indicando prima la relativa somma dell’IVA e poi andando a stornare l’importo restante.
Una cosa molto importante riguarda la rivalsa IVA nel momento in cui hai aderito all’IVA per cassa che, come saprai, stabilisce che l’imposta diventa esigibile a decorrere dal giorno in cui si concretizza l’incasso del pagamento dell’operazione in questione. In questo caso, è bene sottolineare che, tale meccanismo, deve essere indicato nella fattura.
Quindi, tu se ricevi una fattura del genere, detrai l’IVA solo al pagamento effettuato. Stessa cosa i tuoi clienti.
Omaggi e fatturazione elettronica 2019: ecco come fare
Con l’introduzione della fattura elettronica, la normativa in materia di predisposizione della fattura omaggi stabilisce che, il bene ceduto e il servizio erogato gratuitamente, rientra in quei casi in cui, la rivalsa IVA è facoltativa.
Infatti, invece di fare una fattura verso il soggetto beneficiario del bene o del servizio erogato, quindi colui che usufruisce dell’omaggio, è possibile effettuare un’autofattura che attesti l’avvenuta operazione.
Pertanto, se la rivalsa IVA non viene applicata, se effettui un’operazione in modo gratuito verso un soggetto, puoi optare per la predisposizione dell’autofattura, specificando nella stessa che, si tratta di un’operazione di “autofattura per omaggi”.
Tale documento, come per le altre fatture, deve essere numerato progressivamente, seguendo la numerazione delle fatture di vendita e poi annotarlo all’interno del registro delle fatture emesse. Nella fattura .xml, dovrà essere indicato il valore normale del bene o del servizio, l’aliquota applicata e la relativa imposta. All’interno del campo “tipo di documento” dovrai indicare il codice TD01. Questa poi, come per le fatture normali, deve essere trasmessa al Sistema di Interscambio.
Ecco una tabella esemplificativa che ti consente di poter capire meglio come devi gestire un’operazione del genere.
Viene consentito, anche per le fatture omaggio, la possibilità di poter emettere la fattura differita. Si tratta di una fattura che viene messa a fine mese dove vengono raggruppate tutte le operazioni rese gratuite verso un determinato soggetto. Con la fattura elettronica, tale procedimento consiste nell’emettere un’unica fattura, quindi un unico file .xml dove viene riportato l’importo IVA complessivo.
Per attestare che le operazioni sono realmente avvenute, quello che devi fare è: allegare al file .xml tutte le ricevute che mostrano le operazioni fatte.
Gestione documenti con Omaggi tramite software Datev Koinos
Come emettere un documento di vendita contenente un bene omaggio.
FattureGO consente la gestione degli Omaggi, ovvero delle cessioni gratuite di beni oggetto dell’attività dell’impresa, con la possibilità di esercitare la rivalsa dell’IVA.
Un DDT omaggio va inserito come un normale DDT, indicando se omaggio con rivalsa o senza rivalsa di IVA nella fattura.
Per poter emettere un documento di vendita contenente un bene omaggio, occorre seguire alcune indicazioni:
- Tabelle > Codici IVA
All’interno della tabella, creare un nuovo codice IVA, utilizzando un’aliquota di tipo ‘Fuori Campo’, attribuendo una norma adeguata, e selezionando la casella di controllo “Cessione gratuita beni oggetto dell’attività”.
Utilizzando questo codice, si indica che il bene oggetto di omaggio ai clienti è un bene prodotto dall’azienda e quindi può essere soggetto a rivalsa IVA.
- Documento di vendita
La procedura consente la gestione di OMAGGI tramite l’utilizzo di specifici codici IVA. A tal fine, occorre costruire una fattura con una riga contenente il bene da omaggiare e una seconda riga in cui indicare la quantità omaggiata con l’apposito codice IVA.
All’interno del documento di vendita compilare i campi come segue:
- campo ‘Descrizione’, con la descrizione del bene omaggio (N.B.: non è ammesso utilizzare un bene tabellato e quindi con un codice proprio);
- campo ‘Prezzo’ con il valore del bene omaggio con segno negativo;
- codice IVA appena creato appositamente per la gestione omaggi.
Per ulteriori informazioni specifice, lo staff di SCR News rimane a disposizione tramite Consulenze Personalizzate Online
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