In questo articolo ci occuperemo di un argomento piuttosto importante e che proprio per questo motivo è sempre d’attualità. Stiamo parlando della pensione, ed in particolare di come e quando è possibile smettere di lavorare per aver diritto al trattamento pensionistico.
Quando si può andare in pensione? Età pensionabile e novità
Indice degli argomenti:
Se siete lavoratori già da molti anni è plausibile che vi stiate chiedendo quando riuscirete ad andare in pensione. La legge che determina come e quando si può decidere di smettere di lavorare per ricevere la pensione alla quale si ha diritto ha infatti subito diverse modifiche negli ultimi anni. Il fattore determinante in questo senso è ovviamente quello dell’età pensionabile, che è stata mano a mano modificata non senza numerose polemiche. Tralasciando i discorsi relativi alla bontà o meno delle leggi che regolano l’erogazione delle pensioni in Italia, soffermiamoci su quando si può andare in pensione.
Ci sono diversi requisiti per determinare se un soggetto può o meno andare in pensione. Quello più importante come noto è il raggiungimento dell’età pensionabile. A quale età si può accedere alla pensione nel 2018? Attualmente per poter ricevere ogni mese l’assegno pensionistico che vi spetta è necessario che abbiate 66 anni e 7 mesi di età. Tale soglia di età vale sia per gli uomini che per le donne senza alcuna distinzione. Se eravate informati circa la vecchia soglia vi sarete accorti che oggi bisogna aspettare di più rispetto al passato per poter smettere di lavorare. Proprio questa è una delle novità dovute all’ultimo scatto della riforma Fornero sulle pensioni in Italia, entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 2018.
Quello che riguarda l’età del lavoratore non è l’unico requisito richiesto per poter accedere alla pensione. Molto importante è anche il conteggio dei contributi che sono stati versati nel periodo in cui il cittadino ha svolto la propria professione. Nel caso della pensione di vecchiaia e dunque il trattamento pensionistico “classico”, è necessario che il lavoratore abbia versato contributi per almeno 20 anni. Questo è uno dei requisiti fondamentali specificati dalla legge e senza i quali non sarà possibile accedere agli assegni mensili erogati dall’Inps. Come vedremo meglio nei prossimi paragrafi il conteggio dei contributi è molto importante anche per accedere alla pensione anticipata, rivolta a coloro che abbiano lavorato un numero di anni particolarmente elevato da aver diritto alla pensione anche senza aver raggiunto l’età pensionabile.
È bene ricordare tuttavia che le informazioni appena fornite sono quelle valide per questo 2018. Come detto in precedenza quello delle pensioni è un argomento sempre d’attualità in quanto i parametri per poter accedere al trattamento pensionistico subiscono continue variazioni. Nel 2019 ci saranno infatti ulteriori novità a riguardo, a partire dalla definizione dell’età pensionabile. Per definire tale soglia si tiene conto dell’aspettativa di vita di un individuo, che negli anni in Italia è aumentata notevolmente. Per il 2019 la soglia di età da raggiungere per poter andare in pensione si “allontanerà” di 5 mesi. Sia gli uomini che le donne con la nuova riforma potranno ricevere il trattamento pensionistico soltanto una volta raggiunti i 67 anni. Per quanto riguarda invece i contributi da versare non ci saranno novità, visto che anche nel 2019 saranno necessari 20 anni di servizio.
Come andare in pensione in anticipo: quanti contributi bisogna versare?
Abbiamo visto in generale quali sono i requisiti richiesti in Italia per poter andare in pensione. Come anticipato già in precedenza è importante considerare quella che viene definita la pensione anticipata. Sono in molti ad interessarsi a questo particolare trattamento pensionistico, soprattutto oggi che l’età pensionabile è diventata particolarmente elevata. Vediamo dunque quando e come si può andare in pensione in anticipo. Anche in questo caso, come abbiamo visto anche per la pensione di vecchiaia, è necessario raggiungere due requisiti fondamentali: l’età prevista dalla legge e la soglia di contributi necessari.
A differenza di quanto visto nel caso della pensione classica, la pensione agevolata prevede requisiti differenti in base al fatto che il lavoratore sia un uomo oppure una donna. Considerando l’ultima riforma in vigore per questo 2018 un uomo che vuole andare in pensione in anticipo rispetto ai 66 anni e 7 mesi previsti per la pensione di vecchiaia, può farlo una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi. Nel caso delle donne è invece necessario che siano stati versati contributi per 41 anni e 10 mesi. La pensione anticipata è sicuramente un’ottima opportunità per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare presto.
Per farci un’idea di quanto prima è possibile andare in pensione, possiamo considerare come inizio della vita lavorativa i 18 anni. Nel caso degli uomini dunque è possibile andare in pensione a partire dai 60 anni e 10 mesi, mentre una donna può decidere di smettere di lavorare anche a 59 anni e 10 mesi. Queste soglie valgano solamente a titolo esemplificativo, considerando il caso speciale in cui si inizia a lavorare appena compiuti i 18 anni. In base a queste soglie d’età e confrontando con l’età pensionabile riportata in precedenza si nota subito come sia possibile “risparmiarsi” fino a ben 6 anni di lavoro.
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Come abbiamo già visto nel caso della pensione di vecchiaia, anche per quanto riguarda la pensione anticipata ci saranno da aspettarsi delle importanti novità per il 2019. La variazione sugli anni di contributi necessari per poter accedere alla pensione sarà di 5 mesi. Questo significa che a partire dal 2019 per poter ricevere la pensione anticipata bisognerà aver lavorato per 43 anni e 3 mesi per gli uomini oppure 42 anni e 3 mesi per le donne. Come si fa a sapere con certezza quando si può andare in pensione? Per quanto riguarda la soglia di età ovviamente non c’è nulla da aggiungere a quanto detto fin qui, dato che basterà aver raggiunto la soglia di 66 anni e 7 mesi nel 2018 oppure di 67 anni nel 2019.
Nel caso della pensione anticipata non è tuttavia immediato sapere quanti anni di lavoro ci mancano per poter andare in pensione. Spesso infatti può accadere che tra un’occupazione ed un’altra trascorra del tempo in cui si è disoccupati, dunque come si può fare per sapere effettivamente quanti anni e quanti mesi di contributi sono stati versati? In questo caso possiamo effettuare il controllo direttamente online tramite il sito internet dell’Inps. Il servizio di cui stiamo parlano è quello che prende il nome di “La mia pensione futura”. Per accedere alla vostra storia contributiva sotto forma di un estratto conto previdenziale vi basterà accedere al portale dell’Inps inserendo il vostro codice PIN oppure con l’identificazione tramite SPID. In questo modo potrete conoscere subito quando potrete andare in pensione e anche quanto andrete a percepire.
Pensioni agevolate: chi può riceverle e requisiti richiesti
Per concludere la nostra analisi su come e quando si può andare in pensione è necessario considerare anche tutte le pensioni agevolate previste dall’Inps. Vediamo dunque chi può accedere a particolari trattamenti pensionistici e quali sono i requisiti necessari specificati nel regolamento. Le principali forme di pensioni agevolate sono gli anticipi pensionistici. In particolare vengono considerate due diverse categorie: l’Ape sociale e l’Ape volontaria. Questi due trattamenti previsti dall’Inps sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2019, dunque non subiranno particolari variazioni almeno a breve.
L’Ape sociale è la forma di pensione anticipata che nasce con l’obiettivo di sostenere alcune particolari categorie di lavoratori. Tra coloro che possono accedere a questo tipo di pensione troviamo ad esempio i disoccupati che abbiano smesso di ricevere le prestazioni per gli ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi. Inoltre possono accedere alla pensione tramite Ape sociale anche tutti coloro che abbiano un’invalidità civile pari o superiore al 74%, oppure che assistano parenti di primo grado con disabilità grave. In tutti questi casi è possibile andare in pensione dopo aver versato 30 anni di contributi ed aver compiuto i 63 anni di età.
Questa pensione agevolata è rivolta inoltre ai lavoratori occupati in attività gravose come ad esempio gli operai dell’agricoltura, zootecnica, pesca, oppure dell’industria siderurgica e non solo. In questo caso per ottenere l’anticipo gratuito della pensione sono necessari 36 anni di contributi, oltre ai 63 anni di età. Un’altra categoria che viene presa in considerazione dalla Legge di Bilancio 2018 è quella dei lavoratori che siano impiegati in lavori particolarmente pesanti e faticosi. In questo caso non vale l’incremento dell’età pensionabile di cui abbiamo parlato in precedenza. Infine molto importante è anche l’aspetto delle madri lavoratrici, che a partire dal 1 gennaio 2018 avranno diritto ad uno “sconto” sui contributi necessari. Per ogni figlio viene ridotto di un anno il numero di anni di contributi richiesti, fino ad un massimo di due anni. Questo significa che al posto dei 30 anni di contributi richiesti per l’Ape sociale una madre lavoratrice con due o più figli potrà ricevere la pensione dopo 28 anni di contributi.
Per concludere la nostra analisi delle pensioni agevolate è doveroso parlare anche dell’Ape volontaria, sebbene non si tratti propriamente di una pensione anticipata. Questa possibilità è rivolta a tutti coloro che abbiano raggiunto i 63 anni di età ed abbiano versato contributi per almeno 20 anni. Per poter richiedere l’Ape volontaria è inoltre necessario che il lavoratore abbia diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi dalla presentazione della domanda. In poche parole questo trattamento pensionistico anticipato è un prestito erogato da un istituto di credito, che verrà rimborsato nei primi 20 anni della pensione di vecchiaia. Sebbene non sia gratuita l’Ape volontaria è un’ottima opportunità offerta dall’Inps a tutti coloro che desiderino smettere di lavorare in anticipo rispetto alla soglia di età pensionabile.
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