ART Bonus: che cos’è e benefici fiscali sotto forma di credito di imposta

Dettagliati chiarimenti sono stati forniti con Risoluzione n.136/E pubblicata in data 7 novembre 2017 in merito al Credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura.

L’ART Bonus partito dal mese di maggio 2014 è un credito d’imposta destinato a tutti coloro (persone fisiche e persone giuridiche) che decidono di effettuare erogazioni liberali di denaro a sostegno della cultura, per la valorizzazione e il recupero del patrimonio culturale italiano.

Tale credito di imposta consente di portare in detrazione d’imposta, per tre anni, il 65% dell’importo erogato dai mecenati in favore di musei e restauri. Questa guida si propone di approfondire che cos’è l’ART Bonus, qual è la disciplina normativa e quali sono i benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

ART Bonus: cos’è e disciplina legislativa

Indice degli argomenti:

L’ART Bonus è stato introdotto ai sensi dell’art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo“, convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014.

Si tratta di un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale.

In sostanza, chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, può godere di rilevanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

Il comma 1 del già citato articolo 1, stabilisce che il credito di imposta spetta:

  • Per le erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici,
  • per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione,
  • per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo“.

Inoltre, il comma 2 dell’articolo 1 sopra menzionato aggiunge che il credito d’imposta “è altresì riconosciuto qualora le erogazioni liberali in denaro effettuate per gli interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi“.

Benefici fiscali dell’ART Bonus: come compilare la Dichiarazione dei Redditi

Misura introdotta in via sperimentale con Decreto Legge del 2014, l’ART Bonus prevede benefici fiscali del 65% rivolta ai mecenati, ovvero persone fisiche e persone giuridiche che investono in opere di restauro e recupero del patrimonio artistico e culturale dell’Italia.

I mecenati che decidono di usufruire dell’Art Bonus per poter richiedere il rimborso fiscale del 65% sull’importo donato, ai fini della dichiarazione dei redditi, devono conservare tutta la documentazione utile ad attestare l’avvenuta erogazione della donazione, indicando nella causale Art Bonus ed ente beneficiario.

Per richiedere il rimborso fiscale, nella dichiarazione dei redditi per le persone fisiche si deve procedere con la compilazione del quadro CR, SEZIONE VII – Credito d’imposta per le erogazioni liberali a sostegno della cultura Rigo CR14.

I soggetti persone giuridiche devono procedere con la compilazione del quadro RU del modello Unico.

Erogazioni liberali: modalità di effettuazione

Trattandosi di erogazione liberale in denaro, l’Agenzia delle Entrate ha sancito che tali erogazioni liberali per il sostegno della cultura devono essere effettuate avvalendosi esclusivamente di uno dei seguenti sistemi di pagamento:

  • tramite banca (bonifico bancario);
  • tramite Poste italiane (versamento su conto corrente intestato al beneficiario);
  • mediante gli altri sistemi di pagamento previsti dall’art. 23 del Decreto Lgs. 241/97, quali carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari.

Non possono beneficiare del credito d’imposta le erogazioni liberali effettuate in denaro contante, dato che deve essere assicurata la garanzia di “tracciabilità”.




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