Essere proprietaria di una casa, nell’attuale periodo storico del nostro paese, è un lusso, possederne una seconda sarebbe un super lusso.
Nonostante ciò, rispetto al resto d’Europa, Germania in primis, siamo l’unico paese dove circa il 70% della popolazione possiede almeno una prima casa. Questo perché il mattone non viene considerato un investimento valido come lo è per gli italiani. Tuttavia, non sono pochi, nonostante i costi (superiori rispetto alla prima casa), gli italiani che acquistano una seconda.
All’acquisto di una seconda casa oltre alle imposte, dovranno esser prese in considerazione le utenze che, se non collegate all’immobile di non residenza, saranno più elevate.
Chi acquista una seconda casa, deve sapere che non ha la possibilità di poter godere delle agevolazioni fiscali previsti per la prima.
Pertanto, se si acquista da un costruttore, l’IVA sarà del 10% e non più del 4%, che tenderà ad aumentare al 22% se l’immobile è di lusso. Diversamente, se si acquista nei confronti di un privato, non si pagherà più l’IVA ma l’imposta di registro, che sarà del 9% e non più del 2%. Supponiamo di acquistare un immobile di 300mila Euro: l’imposta di registro sarà di 27mila Euro invece che 6mila Euro se si fosse applicata l’aliquota al 2%.
Dopo aver considerato i costi di un eventuale acquisto, devono esser presi in considerazione i costi di “mantenimento” , che poi sono i costi che influiscono di più sul costo di una casa. A differenza della prima casa, con un peso fiscale relativamente più alto, si andranno a pagare sia IMU che TASI.
Un altra grossa fetta di denaro per il mantenimento della seconda casa dovrà essere destinata alla tassa sui rifiuti, che variano da Comune a Comune. Generalmente, però, viene applicata un’aliquota più alta rispetto a quella sulla prima casa. Tariffe più alte che andranno a colpire anche le utenze quali la luce. Infatti, gli operatori, per le non residenze applicano tariffe più alte. L’unica utenza che non subisce variazioni, se non per la zona geografica è il gas.
Da tener bene in considerazione è che la seconda casa fa “reddito” e, pertanto, va dichiarata in sede di dichiarazione dei redditi. Il reddito tassato a titolo di locazione può beneficiare della cedolare secca, anche se i benefici che si ottengono con il canone di affitto, molto spesso andranno a pareggiare le spese sostenute.
La soluzione per abbattere tali costi sarebbero quelle di intestare la casa ad un parente che non abbia alcun immobile a suo nome oppure trasformare la casa in unità collabente. Seconda via che è meno praticabile perchè si tratterebbe di rendere inabitabile l’immobile, cioè che non abbia l’allacciamento alle utenze, il che non avrebbe senso possederlo.
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