Pensare al proprio futuro? Ecco come risparmiare con le polizze caso vita

Crisi, instabilità occupazionale e contesto macroeconomico piuttosto incerto e sicuro ci spingono a “correre” ai ripari, ma in che modo? Tutelarsi con il risparmio forzato, specie per i giovani e per chi ha famiglia! Come fare? Beh, è semplice, basta sottoscrivere una polizza assicurativa per il caso vita: si tratta di una prestazione (capitale o rendita) che la Compagnia assicurativa assicura all’assicurato se è ancora in vita alla scadenza pattuita. La componente principale del premio di queste polizze è quella del risparmio, che è destinata alla capitalizzazione per poi essere restituita alla scadenza del contratto se il soggetto assicurato è in vita. La polizza ha una riserva matematica e permette al soggetto contraente di esercitare il riscatto e la riduzione.

Tali assicurazioni possono essere dei seguenti tipi:

  • capitale differito (se garantiscono il pagamento di un capitale ad una data scadenza se alla stessa l’assicurato è ancora in vita),
  • rendita vitalizia differita (se garantiscono il pagamento di una rendita a partire da una data scadenza fino alla morte del soggetto assicurato),
  • rendita vitalizia immediata (se garantiscono il pagamento di una rendita immediata e cioè a partire dalla prima scadenza annuale fino al decesso dell’assicurato. In questo caso il premio deve essere unico e versato in un’unica soluzione al momento della conclusione del contratto),
  • rendita certa (se garantiscono il pagamento all’assicurato di una rendita certa ad una data scadenza per un periodo predeterminato, solitamente 5-10 anni, anche se questi non è più in vita).

Nei contratti che prevedono la corresponsione di una rendita, vengono indicati due periodi: il periodo di differimento, cioè quello in corso del quale il contraente provvede al versamento dei premi periodici previsti dal contratto ed il periodo di godimento della rendita, che inizia dal momento in cui finisce il differimento e dura fino al decesso di chi fruisce della rendita.

Nelle polizze vita “pure” nulla è dovuto in caso di decesso prima della scadenza, interessa all’assicurato garantirsi contro l’evento contrario, cioè avere il rimborso dei premi pagati a vuoto ove la prestazione della polizza non abbia luogo. Con la controassicurazione, la Compagnia verserà ai soggetti beneficiari una somma pari all’ammontare complessivo dei premi sino a quel momento pagati (rivalutati sulla base del rendimento del fondo nel quale erano confluiti), se si verificherà la morte dell’assicurato prima della scadenza. Questo tipo di polizze è indicato per coloro che non possono godere di forme di previdenza pubblica o a coloro che vogliono integrare la pensione di categoria al fine di preservare il tenore di vita anche durante la vecchiaia.

A questo proposito va assolutamente considerato che l’allungamento della vita media rende sempre più oneroso, per le Compagnie di Assicurazioni, sostenere il costo dell’erogazione di rendite vitalizie ad individui che hanno sottoscritto la polizza molti anni fa. I calcoli tecnici ed attuariali alla base delle tariffe in vigore all’atto della sottoscrizione della polizza, non sono più coerenti e non più remunerativi per le Compagnie assicurative. Si parla di reversibilità per indicare la trasferibilità di un beneficio, in caso di premorienza del primo beneficiario principale indicato, a favore di un altro beneficiario designato. Il termine di reversibilità viene comunemente utilizzato per indicare la destinazione ad altra persona del godimento della rendita.

 


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