Carta di credito Offshore: FAQ sull’utilizzo e sulle indagini fiscali

Trattiamo le carte di credito Offshore: si tratta di interessanti strumenti di moneta elettronica utili per la loro funzione creditizia, in quanto consentono di acquistare beni e servizi in Italia e all’estero senza pagare contestualmente il relativo prezzo in contanti. La carta di credito Offshore, pertanto, consente di effettuare transazioni commerciali ed è necessario che le somme siano disponibili sulla carta conto (dotata di IBAN). Chi può ottenere una carta di credito offshore? Chiunque, perché non c’è bisogno di controllare la storia creditizia della persona, non si accende un prestito o mutuo; anche i cattivi pagatori o soggetti protestati possono essere titolari di carta di credito Offshore. I requisiti necessari per richiedere l’apertura sono, in genere, la copia di un documento d’identità e quella di una bolletta di acqua, luce, gas, etc.

Le carte di credito Offshore consentono di fare uso di un sistema di pagamento che non obbliga l’uso di denaro contante: gli acquisti che richiedano tale discrezione non hanno alcun carattere di illegalità, sono semplicemente acquisti per i quali è opportuno un maggior livello di riservatezza. I documenti richiesti per ricevere delle carte di credito anonime sono il passaporto, la copia di una fattura di acqua, luce, gas, oppure del telefono fisso per verificare la domiciliazione del richiedente. Questi dati sono essenziali in caso di smarrimento; se la carta vi fosse rubata o se dovesse verificarsi il caso spiacevole di smarrirla, questi documenti sono indispensabili per potervela sostituire. La ricarica è possibile via swift e su un conto bancario extra europeo.

Spesso i paesi Offshore più ambiti per sottoscrivere una Carta del genere sono i cosiddetti “Paradisi Fiscali” ovvero un paese con un tipico regime di imposizione fiscale molto basso o assente, che rende conveniente stabilire la sede di un’impresa (come ad esempio le società offshore), oppure regole particolarmente rigide sul segreto bancario, che consentono di compiere transazioni “coperte”.  Ecco la lista secondo l’Oxfam dei Paradisi fiscali: Bermuda, Isole Cayman, Paesi Bassi, Svizzera, Singapore, Irlanda, Lussemburgo, Curaçao, Hong Kong, Cipro, Bahamas, Jersey, Barbados, Mauritius, British Virgin Islands, Principato di Monaco.

Tutto il meccanismo ed il funzionamento della carta è reso più semplice perché tutte dispongono di un servizio di Internet banking. Essendo carte di credito anonime non hanno nessun collegamento con il vostro conto bancario offshore e non sono, perciò, riconducibili a voi. Se vi fosse chiesta qualche spiegazione in merito al possesso di tale carta, dichiarate tranquillamente di averle ricevute da Paradisi Fiscali Offshore che è l’impresa che le emette.

Quali sono i principali vantaggi della carta di credito Offshore? Il vantaggio della carta di credito Offshore è che non essendo collegata al sistema bancario del paese di residenza, i movimenti effettuati sulla stessa, non sono controllabili da parte dell’autorità finanziaria. Logicamente si deve prestare attenzione, usando questa carta dove non si richieda codice fiscale o un ID fiscale o altro. Questa carta è indicata anche, per acquistare beni di lusso senza essere segnalati alle autorità finanziarie. Questo è il più grande vantaggio. Un altro vantaggio significativo è che la persona rimane anonima nei suoi acquisti: per l’applicazione della legge anti-riciclaggio, queste carte hanno in genere un saldo massimo di 500 – 2500 EUR annui, quindi l’uso è limitato, ma sono perfette per aprire e verificare conti anonimi, su piattaforme di pagamento o effettuare acquisti anonimi come VPN, numeri telefonici, conti di telefonia, etc.

È legale avere una carta di credito Offshore in un paese ad alta tassazione? Ovviamente l’uso delle carte di credito Offshore serve affinché non siano rilevati i redditi percepiti. Tutti i cittadini hanno il diritto di avere conti bancari all’estero o carte di credito, però, devono segnalarli nella dichiarazione dei redditi. Il rischio è minimo e non ci sono penali, perché le autorità non potranno dimostrare quanti soldi vi sono sulla carta, se questa è stata ricaricata e da chi. In ogni caso si può ottenere una certificazione della società che ha emesso la carta in cui si dice che questa carta non è stata mai ricaricata e la dichiarazione può essere utilizzata in un processo di indagine fiscale.


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2 Comments

  1. massimo 08/04/2020
  2. Commercialista Online - Vincenzo Romano Vincenzo Romano 08/04/2020

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