La possibilità per i consumatori del credito di disporre di strumenti bancari quali mezzi di pagamento in luogo della moneta legale ci consente di prendere in considerazione e di approfondire la disciplina concernente il conto corrente di corrispondenza, con il quale la banca si impegna ad effettuare il servizio di cassa a favore del correntista e a svolgere per suo conto una gamma assai vasta di servizi (pagamento a terzi, riscossione dei crediti, giroconti etc.). Si osservi la rilevanza del ricorso da parte del cliente alla moneta scritturale: la diffusione della moneta bancaria da parte della clientela permette, infatti, alla banca di inserirsi nel regolamento degli scambi con evidenti implicazioni in termini di stabilizzazione della raccolta. Le somme riscosse o pagate dalla banca in ottemperanza degli incarichi affidatigli dal cliente vengono accreditate o addebitate in conto, fornendone comunicazione scritta. Le risorse necessarie per le operazioni poste in essere dagli istituti di credito per conto del cliente sono in genere messe a disposizione del cliente stesso con versamenti che non necessariamente si correlano a tali operazioni. Detti mezzi finanziari vengono poi incrementati e ricostituiti da quanto la banca riscuote per conto dell’intestatario e non riscosse da quest’ultimo.
I conti correnti di corrispondenza sono tipicamente creditori, vengono a rappresentare un debito per la banca, vengono definiti conti correnti passivi per distinguerli da quelli attivi, accesi dall’intermediario in occasione della concessione di linee di credito. Può, comunque, accadere che l’istituto di credito esegua pagamenti per conto del cliente anticipandone i fondi e, dunque, consentendo al correntista di disporre di risorse eccedenti gli importi a suo credito: è evidente che in tale circostanza il segno del conto corrente di corrispondenza non sia passivo.
Per quanto concerne la natura giuridica del conto corrente di corrispondenza, esso è caratterizzato da due aspetti peculiari: il primo riferito al deposito bancario di denaro, per il quale la banca si obbliga a ricevere il denaro che il cliente le versa e a trattenere quello ricavato dall’esecuzione degli incarichi di riscossione, costituendosi debitrice dell’equivalente. Il secondo si lega alla circostanza che la banca ottiene dal correntista un mandato in virtù del quale essa si obbliga a compiere uno o più atti giuridici che via via le vengono conferiti.
Prima di aprire un conto a favore del cliente, la banca indaga sulle caratteristiche di quest’ultimo, ciò in quanto i correntisti hanno la possibilità di emettere assegni bancari, la cui accettazione da parte dei beneficiari dipende, come ovvio, dalla convinzione che nel conto dell’emittente esistano congrue disponibilità. Periodicamente la banca spedisce ad ogni correntista l’estratto conto in forma cartaceo dove sono elencati in ordine cronologico tutti i movimenti registrati nel periodo di tempo considerato ed il riassunto scalare, utile per il computo degli interessi creditori o debitori del correntista in un certo arco di tempo e liquida gli interessi e le altre competenze.
Nel corso degli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di nuove forme di deposito moneta che hanno cercato di soddisfare in modo più preciso rispetto al passato le sempre più variegate esigenze del pubblico. Ne è derivata un’offerta di prodotti differenziati in funzione delle specificità dell’uno p dell’altro segmento di mercato. Tra tutti si ricordino i conti correnti misti, noti come conti di liquidità, tesi a conciliare in un’unica soluzione finalità di investimento con quelle di pagamento, trattandosi di un conto corrente alimentato da certificati di deposito, da fondi comuni di investimento mobiliari o da gestioni patrimoniali. I conti di liquidità prevedono che l’importo eccedente il massimo di giacenza stabilito dal correntista confluisca, in modo automatico, in una forma di risparmio gestito.
Tra le finalità che assolvono i depositi moneta si annovera la volontà della banca di incrementare la soddisfazione dei clienti proponendo loro prodotti che rispondano contemporaneamente alle esigenze di liquidità e rendimento, sì da conseguire obiettivi di fidelizzazione e di stabilizzazione dei depositi.