20 febbraio 2017 si celebra la Giornata degli stagisti per dire basta al fenomeno che, negli ultimi anni, ha visto trasformare lo stage in un periodo di vero sfruttamento della risorsa, senza alcun tipo di compenso o di stipendio che possa retribuire il lavoro espletato dallo stagista all’interno di un’esperienza professionalizzante.
I dati diffusi parlano chiaro e ci permettono di fare delle considerazioni sul boom che lo stage ha conosciuto negli ultimi anni. Nel 2012 gli stage attivati erano 63.000, adesso sono incrementati a 143.000 (dato aggiornato al 14 febbraio 2017 ed elaborato ufficialmente dal ministero del Lavoro. Il numero totale dei stage aperti in Italia supera le 143.000 unità con una progressione del fenomeno davvero pazzesco. Nel giro di meno di cinque anni si sono incrementati del 116%, si tratta di un vero boom. Se poi osserviamo i dati: la distribuzione territoriale odierna in testa di gran lunga è la Lombardia (32.000 su 143.000) seguita dal Lazio (18.525) e dall’Emilia-Romagna (14.276). Il Sud supera di poco i 31.000 stage attivi e dal punto vista dei comparti che utilizzano di più gli stage, il terziario è quello che più attiva stage (108.299 tirocini attivi ovvero circa il 70%) contro il settore secondario che attiva stage a poco più 20%.
Ancora più interessante è il dato anagrafico: il segmento di stagisti più rilevante è quello tra i 25-34 anni che supera il 44%, gli under 24 seguono con il 41,2%. I giovani con età compresa tra i 35 e 44 anni arrivano al 7,4% mentre una fetta significativa di stagisti ha più di 45 anni il 14,4%. In 212 casi i dati segnalano addirittura degli ultra 65enni. La fotografia che ne scaturisce su questo dilagante fenomeno non è di certo dei migliori dato che come ha osservato Maurizio Del Conte, il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale del lavoro): «la significativa crescita di questi ultimi anni non si giustifica, evidentemente lo stage che doveva essere il primo contatto con il mondo del lavoro e momento di formazione è invece diventato altro da sé, ha assunto la funzione sostitutiva delle vere forme contrattuali». E continua ad argomentare Del Conte «La figura tipo dello stagista sembra essere quella del disoccupato che per trovare un lavoro passa dal tirocinio». Anche l’elevato numero di over 45 presenti nelle statistiche «segnala un’anomalia che non può essere spiegata solo dai casi virtuosi di ricollocamento al lavoro».
Lo stage è divenuto un diffuso regime di abuso che va assolutamente contrastato e che può essere stato originato anche «dalla stretta sull’ampia tipologia di forme contrattuali precedenti». Il presidente Del Conte nonostante ciò, afferma che: «In un sistema che finora ha avuto poche esperienze di alternanza studio/lavoro è stato l’anello di congiunzione con la scuola e ha permesso a molti di fare la prima uscita…la vera cura penso però che venga proprio dal diffondersi dell’alternanza studio/lavoro che può contribuire ad asciugare la platea degli stage inutili e riqualificare lo strumento verso gli originari obiettivi formativi».
Possono essere stagisti tutti gli studenti delle scuole superiori o dell’università, neolaureati o comunque persone che vogliono cambiare ambito lavorativo verso nuove competenze professionalizzanti. Il Italia, un rapporto di stage non è considerabile come un vero e proprio rapporto di lavoro, quindi non si applicano le condizioni del contratto nazionale di lavoro né per la parte riguardante le tutele né per la retribuzione minima. Si tratta quindi semplicemente di un periodo di tempo valutativo per entrambe le parti circa il lavoro che si sta decidendo di intraprendere. Lo stagista non ha diritto a retribuzione, contributi previdenziali, maternità, congedi, indennità, ferie retribuite. Lo stage stesso può essere interrotto senza nessun preavviso né onere. Non maturando contributi, lo stage non è nemmeno inserito ai fini del computo del periodo per il raggiungimento delle soglie previdenziali. Questo vale, per il periodo di stage, anche nel caso in cui lo stagista venga assunto in un secondo momento con un qualsiasi tipo di contratto regolare. Il datore di lavoro non ha particolari oneri da dover sostenere fatta eccezione per uno: il pagamento dell’assicurazione antinfortunistica obbligatoria ed una per rischi diversi.
Non si può non ricordare nella celebrazione della Giornata degli stagisti che il contratto di stage non include i minimi contrattuali previsti nei “classici” e regolari contratti di lavoro. Sono sempre più numerosi i casi in cui gli stagisti sono “invitati” in azienda perché necessità di personale in determinati momenti (es. sostituzione di un dipendente in maternità). Alcune aziende, a volte, ne approfittano per avere personale a cui far svolgere mansioni dequalificanti e per impiegare personale a costi zero. E’ da considerare che per un’impresa il costo sostenuto per uno stagista è ancora più economico del personale assunto attraverso i co.co.pro. Per tali motivi, i stagisti insoddisfatti interrompono lo stage appena riescono a reperire un’occupazione più gratificante e stabile economicamente.