ABI: prorogato il Protocollo d’intesa per l’imprenditoria femminile e lavoratrici autonome

Prorogato al 31 dicembre 2017 il Protocollo d’intesa siglato dall’ABI in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dello sviluppo economico, d’intesa con le associazioni imprenditoriali di categoria maggiormente rappresentative delle imprese (Confindustria, Confapi, Rete imprese Italia, Alleanza delle cooperative italiane) sottoscritto in data 4 giugno 2014. Il Protocollo d’Intesa siglato prevede un quadro di interventi per favorire l’accesso al credito delle imprese femminili nelle diverse fasi del loro ciclo di vita ovvero della vita lavorativa delle libere professioniste.

Il Protocollo è pervenuto a naturale scadenza il 31 dicembre 2015 ed è stato prorogato per ulteriori due anni – fino al 31 dicembre 2017 – al fine di continuare la positiva esperienza e valorizzare ulteriormente le attività proficuamente avviate dalle banche e dalle parti firmatarie.

Importante accordo nel panorama delle aziende e delle attività imprenditoriali femminili dato che sono destinatari del piano degli interventi previsti nel Protocollo d’Intesa siglato:

  • le Piccole e Medie Imprese (PMI), così come definite dalla normativa comunitaria, a prevalente partecipazione femminile. Sulla base dell’articolo 2 della legge 25 febbraio 1992, n. 215, per impresa a prevalente partecipazione femminile si intende: l’impresa individuale in cui il titolare è una donna, la società di persone nella quale la maggioranza numerica di donne non sia inferiore al 60% dei soci, la società di capitali dove le quote di partecipazione al capitale siano per almeno i 2/3 di proprietà di donne e gli organi di amministrazione costituiti per almeno i 2/3 da donne, le cooperative nelle quali la maggioranza numerica di donne non sia inferiore al 60% dei soci;
  • le lavoratrici autonome, comprese le libere professioniste.

Il plafond finanziario messo a disposizione ed approntato dalle banche e dagli intermediari finanziari può essere utilizzato per la concessione di finanziamenti in relazione alle seguenti tre linee di intervento:

  • Investiamo nelle donne“: si tratta di finanziamenti finalizzati a realizzare nuovi investimenti, materiali o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa ovvero della libera professione;
  • Donne in start-up”: si tratta di finanziamenti finalizzati a favorire la costituzione di nuove imprese femminili ovvero l’avvio della libera professione;
  • Donne in ripresa“: si tratta di finanziamenti finalizzati a favorire la ripresa delle PMI e delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversano una momentanea situazione di difficoltà.

I finanziamenti sono concessi dagli Intermediari finanziari a condizioni competitive rispetto alla normale offerta in relazione ad operazioni simili e con lo stesso grado di rischio. Interessante è la “sospensione donna”, dato che il rimborso del capitale dei finanziamenti può essere sospeso, per un periodo fino a 12 mesi, nei seguenti casi:

  • maternità dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma;
  • grave malattia dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma, ovvero del suo coniuge, o convivente, o dei figli anche adottivi;
  • malattia invalidante di un genitore o di un parente o affini entro il terzo grado conviventi dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma.

La richiesta di sospensione è corredata da un certificato di un medico abilitato all’esercizio della professione e, ove necessario, dallo stato di famiglia. Le operazioni di sospensione determinano la traslazione del piano di ammortamento e gli interessi sul capitale sospeso sono corrisposti alle scadenze originarie. Si tratta di misure di sostegno economico e di accesso semplificato al mercato creditizio da parte del sistema bancario nei confronti delle imprese femminili e delle donne lavoratrici autonome.




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